Ania è una giovane cantautrice napoletana, ormai da sei anni trapiantata a Milano (“ma faccio la pendolare”, ha spiegato, “ogni quindici giorni ritorno alle mie origini”), è determinata e non si racconta favole. Ha pubblicato il suo album d’esordio “Tutto e niente” nel 2006, stesso anno in cui Mina ha scelto di cantare un suo brano.
“Luca Rustici, il mio produttore, ha composto la musica di ‘Alibi’ e poi mi ha proposto di scrivere il testo. Ne ho fatte tre versioni”, ha spiegato la cantante a Rockol, “poi Mina ha fatto un mix dei tre testi e ha dato l’ok. E’ stata certamente una bella esperienza, ma scrivere per altri non mi interessa molto, ho talmente tante cose da dire io che preferisco concentrarmi sulle mie canzoni”.
“Durante lo stesso periodo ho pubblicato ‘Tutto e niente’, il mio album di debutto che ha segnato anche l’inizio della collaborazione con Luca Rustici che è ancora il mio produttore. Gli avevo mandato un demo come si fa di solito, e da lì abbiamo cominciato a lavorare sui brani. Il disco è nato con un suono molto rock che ci ha creato alcuni problemi di promozione e di distribuzione perché dicevano che era troppo duro, che in Italia non andava molto quel sound e che era poco adatto soprattutto se fatto da una ragazza. Non mi sono però scoraggiata, anche perché al pubblico piaceva molto”.
Nell’album sono presenti quattordici brani cantati in italiano che spaziano tra l’acustico, il melodico e il pop-rock: “E’ meno aggressivo rispetto all’album precedente. Mi è capitato a volte di scrivere prima la melodia, anche se in realtà non suono uno strumento preciso, ma me la cavo. Altre volte ho scritto prima i testi poi con Luca in studio abbiamo cercato di capire su quale strada indirizzare il brano. Al giorno d’oggi”, ha continuato, “sembra che gli artisti giovani debbano sempre e per forza chiedere favori e scendere a compromessi per riuscire ad emergere. Sono molto arrabbiata sotto questo punto di vista, perché quando accendo la televisione o la radio vedo e sento sempre gli stessi artisti. Io da dire invece ho molto, e so che farei un ottimo lavoro se solo le persone si fidassero di me. Il mio compito è di fare bene il mio lavoro, e so che lo posso fare, mancano solo le possibilità e le situazioni per dimostrarlo”.
“Per me la musica è come un ossessione, solo che è difficile metterla in atto e darle sfogo. Molti mi dicono che sono forte perché non mi arrendo e vado avanti, in realtà mi sento debole proprio perché non riesco a fare a meno di scrivere. Un’altra cosa che non capisco è la difficoltà che si deve fare per riuscire a mettere in piedi dei concerti. Per ora con il tour siamo fermi. E’ difficile, c’è un grande blocco a riguardo. Ho trovato alcune persone che mi hanno abbandonata strada facendo, che mi hanno corteggiata per avermi nella loro scuderia e poi sono sparite. Mi sono sentita presa in giro, lotto da una vita per avere un po’ di spazio e credo di essere una persona professionale. Mi piacerebbe solo ricevere un po’ di sincerità, capire fino in fondo cosa non convince. Se un’agenzia mi dicesse che i miei live non vanno perché lo spettacolo che propongo non va bene, apprezzerei la buona volontà di averci provato e l’onestà di avermi riferito le cose come stanno. Ne prenderei atto e di sicuro mi metterei a lavorare per migliorare”.
“Luca Rustici, il mio produttore, ha composto la musica di ‘Alibi’ e poi mi ha proposto di scrivere il testo. Ne ho fatte tre versioni”, ha spiegato la cantante a Rockol, “poi Mina ha fatto un mix dei tre testi e ha dato l’ok. E’ stata certamente una bella esperienza, ma scrivere per altri non mi interessa molto, ho talmente tante cose da dire io che preferisco concentrarmi sulle mie canzoni”.
“Durante lo stesso periodo ho pubblicato ‘Tutto e niente’, il mio album di debutto che ha segnato anche l’inizio della collaborazione con Luca Rustici che è ancora il mio produttore. Gli avevo mandato un demo come si fa di solito, e da lì abbiamo cominciato a lavorare sui brani. Il disco è nato con un suono molto rock che ci ha creato alcuni problemi di promozione e di distribuzione perché dicevano che era troppo duro, che in Italia non andava molto quel sound e che era poco adatto soprattutto se fatto da una ragazza. Non mi sono però scoraggiata, anche perché al pubblico piaceva molto”.
Lo scorso 30 maggio Ania ha pubblicato il suo secondo album dal titolo “Nuda”: “Con il tempo mi sono resa conto che questo mestiere è davvero faticoso e difficile”, ha aggiunto, “Mi sono chiusa in casa e mi sono messa a scrivere questo nuovo album a cui ho dedicato quasi un anno di lavoro. Lo sento intimamente mio, avevo l’urgenza di dare un forte significato a questo disco. L’ispirazione mi è venuta perché mi sono trovata circondata da persone che mi davano consigli, positivi e negativi, allora ho deciso di togliermi di dosso tutti i pensieri e ritornare ad essere artista al cento per cento senza seguire sogni di gloria e senza tenere conto troppo di quello che la gente che ti sta attorno vorrebbe per te. ‘Nuda’ per me vuol dire questo: purezza, intimità, spogliarsi di tutto quello che ci circonda”.
Nell’album sono presenti quattordici brani cantati in italiano che spaziano tra l’acustico, il melodico e il pop-rock: “E’ meno aggressivo rispetto all’album precedente. Mi è capitato a volte di scrivere prima la melodia, anche se in realtà non suono uno strumento preciso, ma me la cavo. Altre volte ho scritto prima i testi poi con Luca in studio abbiamo cercato di capire su quale strada indirizzare il brano. Al giorno d’oggi”, ha continuato, “sembra che gli artisti giovani debbano sempre e per forza chiedere favori e scendere a compromessi per riuscire ad emergere. Sono molto arrabbiata sotto questo punto di vista, perché quando accendo la televisione o la radio vedo e sento sempre gli stessi artisti. Io da dire invece ho molto, e so che farei un ottimo lavoro se solo le persone si fidassero di me. Il mio compito è di fare bene il mio lavoro, e so che lo posso fare, mancano solo le possibilità e le situazioni per dimostrarlo”.
“Per me la musica è come un ossessione, solo che è difficile metterla in atto e darle sfogo. Molti mi dicono che sono forte perché non mi arrendo e vado avanti, in realtà mi sento debole proprio perché non riesco a fare a meno di scrivere. Un’altra cosa che non capisco è la difficoltà che si deve fare per riuscire a mettere in piedi dei concerti. Per ora con il tour siamo fermi. E’ difficile, c’è un grande blocco a riguardo. Ho trovato alcune persone che mi hanno abbandonata strada facendo, che mi hanno corteggiata per avermi nella loro scuderia e poi sono sparite. Mi sono sentita presa in giro, lotto da una vita per avere un po’ di spazio e credo di essere una persona professionale. Mi piacerebbe solo ricevere un po’ di sincerità, capire fino in fondo cosa non convince. Se un’agenzia mi dicesse che i miei live non vanno perché lo spettacolo che propongo non va bene, apprezzerei la buona volontà di averci provato e l’onestà di avermi riferito le cose come stanno. Ne prenderei atto e di sicuro mi metterei a lavorare per migliorare”.